Nel 2025 ci saranno alcune novità sulle detrazioni fiscali, e diciamo che non sono proprio rivoluzionarie, però cambiano alcune cose rispetto agli anni scorsi, e anche se alla fine il concetto rimane sempre quello di dare un po’ di respiro alle famiglie e ai lavoratori, ci sono delle modifiche da tenere d’occhio.
Soprattutto perché molte di queste sono state confermate proprio negli ultimi giorni del 2024, con la nuova legge di Bilancio, quindi è il caso di vedere nel dettaglio cosa cambia e cosa invece rimane più o meno uguale. Partiamo dal discorso dei bonus edilizi, perché comunque è sempre un tema caldo, anche perché in Italia la casa è sempre stata un pilastro, un investimento per tanti.
Allora, l’Ecobonus rimane, ma con delle modifiche: il 50% delle spese di ristrutturazione potrà essere detratto, ma solo per la prima casa e per lavori che non superano i 96 mila euro. Quindi, in pratica, al massimo si potranno detrarre 48 mila euro. Per le seconde e terze case invece la percentuale cala, si parla del 36% delle spese, quindi c’è una differenza abbastanza netta rispetto alle prime case, segno che l’intento è favorire chi ristruttura la propria abitazione principale piuttosto che chi ha più immobili.
Come funziona il Superbonus
E qui viene fuori il discorso della riduzione della spesa pubblica, perché lo Stato sta cercando di alleggerire un po’ il carico, diciamo che dopo gli anni del Superbonus 110% si è capito che alcune agevolazioni rischiano di pesare troppo sulle casse pubbliche. Quindi si è optato per una forma di detrazione più contenuta, che comunque rimane interessante ma senza gli eccessi del passato.
Altra novità riguarda le detrazioni per i figli a carico, e qui il punto è che c’è un tetto massimo di reddito per poter usufruire di queste agevolazioni. Chi guadagna fino a 75 mila euro annui potrà continuare a usufruire delle detrazioni, ma se il reddito è compreso tra 75 mila e 100 mila euro, il limite scende a 14 mila euro.
Insomma, più si guadagna, meno si può detrarre, il che tutto sommato ha una sua logica, anche se non tutti saranno contenti di questa novità. E poi c’è un altro punto che riguarda le famiglie, soprattutto quelle con figli già grandi ma ancora a carico. La novità è che i figli disoccupati oltre i 30 anni non potranno più essere considerati nel calcolo delle detrazioni, quindi molte famiglie si ritroveranno con un aiuto fiscale in meno.
La questione detrazione figli
Questo ovviamente non farà piacere a chi magari ha figli che faticano a trovare lavoro stabile, ma l’idea dietro questa decisione è quella di limitare le spese dello Stato su categorie che si presume dovrebbero essere economicamente indipendenti. E a proposito di calcoli, cambia anche il coefficiente applicato in base alla composizione del nucleo familiare.
Se non ci sono figli, il coefficiente è 0,5, mentre se c’è un figlio sale a 0,7, con due figli arriva a 0,85 e con tre o più figli si arriva a 1. Se c’è un figlio con disabilità il coefficiente è direttamente 1, quindi si cerca comunque di tutelare le famiglie con bisogni particolari. Non sono modifiche gigantesche, ma vanno a incidere sulla gestione delle detrazioni per molte persone.
Le detrazioni IRPEF per gli interventi di ristrutturazione restano, ma c’è una piccola stretta: dal 2026 inizieranno a ridursi. Non sarà un taglio netto, ma una progressiva diminuzione dei benefici fiscali, quindi chi ha intenzione di fare lavori farebbe bene a pensarci prima possibile per sfruttare ancora le condizioni attuali.
Gli incentivi che restano
Anche qui si vede l’intenzione di contenere la spesa pubblica, senza però eliminare del tutto gli incentivi. Un aspetto interessante è che tutte queste misure sembrano pensate per bilanciare un po’ la situazione, cercando di non penalizzare troppo chi ha redditi medio-bassi, ma allo stesso tempo evitando di agevolare in maniera eccessiva chi ha già possibilità economiche maggiori.
È un tentativo di riequilibrio che potrebbe funzionare, anche se ovviamente ci saranno sempre persone che si sentiranno svantaggiate da queste modifiche. In tutto questo, bisogna anche considerare che il contesto economico generale gioca un ruolo importante. Dopo anni di bonus molto generosi, si sta cercando di trovare un compromesso tra aiuti alle famiglie e sostenibilità delle finanze pubbliche.
Non è un cambio drastico, ma si nota un progressivo ridimensionamento delle agevolazioni. Diciamo che il 2025 non porta stravolgimenti, ma piuttosto una serie di aggiustamenti che mirano a rendere il sistema più sostenibile. Certo, chi si era abituato a detrazioni più generose forse rimarrà deluso, ma bisogna anche considerare che mantenere certi livelli di agevolazioni nel lungo periodo non era realistico.
Concludendo il discorso detrazioni
Comunque, chi rientra nei parametri stabiliti continuerà a beneficiare delle detrazioni, e anche se alcune percentuali sono state riviste, non si può dire che siano state eliminate del tutto. È più una questione di riequilibrio e di selezione delle fasce di reddito che possono accedere a determinati vantaggi fiscali. Alla fine, il messaggio è chiaro: lo Stato non vuole più sostenere una spesa eccessiva in rimborsi e agevolazioni, ma allo stesso tempo non vuole nemmeno creare uno scenario in cui le persone si trovano completamente senza aiuti.
È una sorta di compromesso tra necessità economiche e supporto ai cittadini. Quindi, se avete in mente di fare lavori in casa, forse è il momento giusto per muoversi prima che le condizioni cambino di nuovo. E se avete figli a carico, date un’occhiata alle nuove soglie di reddito per capire se e quanto potrete ancora beneficiare delle detrazioni nel 2025. Insomma, ci sono delle novità da tenere a mente, ma niente di sconvolgente. Qualche ritocco qui e là, un po’ di restrizioni su alcuni fronti, ma nel complesso il sistema delle detrazioni rimane, solo con qualche modifica per renderlo più sostenibile nel lungo periodo. Vedremo poi se nel 2026 arriveranno altre novità, ma intanto per quest’anno il quadro è abbastanza chiaro.