Avere cura e mantenere le orchidee è un’impresa assolutamente non difficile, specialmente se impariamo anche parzialmente la natura di queste piante, che generano fiori a cadenza naturale ma che sono anche conosciute per essere sensibilmente più complesse da trattare rispetto alle cure che mediamente sono necessarie per altre specie in casa.
Un tempo meno diffuse, oggi le orchidee sono anche impiegate con naturalezza come fiori da appartamento, e spesso disposti in vasi già presenti e mediamente adatti al manentimento di queste piante. Però in diversi casi le orchidee hanno per l’appunto bisogno di condizioni che non sono così banali. I casi di orchidee poco curate sono parecchie.
In realtà costituiscono specie abbastanza adattive se consideriamo l’habitat italiano tipico, infatti quelle che possiamo acquistare, coltivare ed ammirare sono delle versioni maggiormente adattate a contesti lontani da quelli originali. E non esiste una sola tipologia di orchidea, ma in varie parti del mondo queste specie hanno avuto la capacità di diffondersi. Come prendersene cura?
Da dove provengono
Interessante capire cosa sono effettivamente le Orchidee. Al mondo ne esistono diverse centinaia di selezioni, alcune che provengono da continenti anche molto distanti tra di loro come le Americhe o l’Asia, ma tutte hanno qualcosa in comune. Infatti sono piante perenni, che generano delle infioriscenze particolarmente complesse nell’aspetto, e per questo molto apprezzate.
In Italia sono conosciute in particolar modo alcune varietà, in totale sono poco meno di una trentina che crescono abbastanza spontaneamente. Esistono varietà munite di radici anche aeree, che servono alla pianta per catturare i nutrienti, in natura esistono anche varietà in grado di trarre nutrienti anche dagli animali morti, come ad esempio gli insetti.
Le orchidee “casalinghe” sono specialmente alcune versioni, ed hanno un comportamento tranquillo, necessitano relativamente di poche condizioni ma in modo continuativo, in quanto un disequilibrio nel clima e nell’apparato nutrizionale genera uno stress che può portare a grandi problemi per questa pianta, che in condizioni di buona salute è anche molto longeva.
Dove tenere l’orchidea
Anche in questo caso va seguita la logica della tranquillità, è una specie abituata a climi mediamente umidi, quindi conviene sempre prepararsi prima su dove accoglierla. L’umidità ambientale nei pressi dell’orchidea non deve mai essere al di sotto del 70 %. Importante è l’esposizione solare, ma non deve essere mai diretta ma sempre filtrata e quindi non totale.
La temperatura media deve essere collimata tra i 18 ed i 28 gradi, che costituisce la normalità ideale per queste piante. Inoltre va considerato il periodo di fioritura, che è mediamente dall’inizio della primavera e se in condizioni abbastanza stabili può portarsi fino a fine estate. Possiamo incentivare la fioritura se ridardataria spostando la pianta all’esterno durante la notte, a condizioni di temperatura appena più ridotta.
Attenzione quando acquistiamo l’orchidea, le foglie e le radici aeree devono avere un bell’aspetto, pieno ed evidente dal colore chiaro, altrimenti si tratta di una specie già parzialmente compromessa. Fondamentale è ricordarsi di attività importanti come l’irrigazione ed il rinvaso che devono seguire tempistiche e metodi abbastanza precisi nel corso del tempo.
Irrigazione e rinvaso
L’irrigazione è importantissima ma non deve essere mai eccessiva, in particolare durante l’inverno e se in condizioni sufficientemente umide ambientali, possiamo farlo anche poche volte al mese, in estate la situazione cambia, almeno una volta a settimana il terreno deve essere controllato e se molto secco la pianta va innaffiata.
Troppa acqua può essere fatale, possiamo però utilizzare il metodo dell’immersione, utilizzando acqua pulita a temperatura ambiente dove lasciare la pianta condita del vaso per alcuni minuti, almeno fino a che non vedremo più bollicine. Dopodichè sarà sufficiente mantenere l’orchidea in grado di lasciar defluire l’acqua in eccesso fino alla fine.
Il rinvaso è essenziale a cadenza regolare, a seconda della dimensione, mediamente ogni anno oppure anno e mezzo o anche quando il terriccio utilizzato è oramai troppo poco drenante (ovvero trattiene troppa poca acqua). Dobbiamo impiegare sempre un vaso appena più grande di quello precedenemente utilizzando, eliminando eventualmente le parti secche.
Attenzione agli errori
Errori comuni sono frequenti in particolare l’esposizione all’acqua che non deve essere mai presente: bagnare le foglie può portare ad un abbassamento della protezione della pianta nei confronti dei parassiti e malattie (conviene utilizzare esclusivamente un panno umido se le foglie sono molto impolverate), bagnando come evidenziato solo il terreno.
Importante tenere attiva una concimazione abbastanza costante, in particolare prima e durante la fioritura, attraverso fertilizzanti specifici per queste piante. Così come non è una buona idea tenere il vaso con le nostre orchidee in luoghi molto secchi o costantemente sotto vibrazioni quindi non da tenere sul frigorifero o sulla lavatrice ad esempio.