Bere caffè d’orzo fa bene? Ecco la risposta dell’esperto

Il consumo del caffè d’orzo nel corso degli anni è andato gradualmente “calando” anche per una maggiore e più diversificata diffusione del caffè, proveniente da una pianta che ha diverse forme di analogie proprio con l’orzo. Nel corso degli ultimi decenni però il caffè d’orzo ha riaquisito una popolarità maggiore.

Questo a causa di alcuni punti “forti” che portano questa bevanda ad essere talvolta anche preferita rispetto al caffè. Bere caffè d’orzo fa bene? Secondo vari analisti ed esperti la risposta tende ad essere positiva, con alcune ovvie controindicazioni che però paiono generalmente meno rispetto ai vari punti positivi del consumo dell’orzo.

Quali sono le proprietà specifiche del caffè d’orzo? E come queste possono essere integrate per ottenere dei veri e propri benefici nella nostra alimenatzione quotidiana? Proviamo a scoprirlo anche ripercorrendo alcuni interessanti cenni storici relativi all’orzo inteso come pianta, che rientra tra la categoria dei cereali consumati dalla specie umana.

La storia dell’orzo

L’orzo è infatti con tutta probabilità il primo cereale in ordine di “età” che è stato effettivamente consumato dietro coltivazione ed agricoltura dagli esseri umani. Diversi casi di ritrovamento di antichissime colivazioni di orzo risalgono addirittura al Neolitico e quasi certamente in varie aree del globo le prime opere di coltivazione sono iniziate circa 10 mila anni fa.

L’orzo è effettivamente un cereale molto importante dal punto di vista storico, in quanto è molto prolifica in condizioni tutto sommato facili da ottenere, infatti viene coltivata in numerose aree del mondo, Italia inclusa (soprattutto nel nord e nel centro della penisola). Il caffè di orzo si ottiene con la tostatura di questo elemento.

Proprio in Italia il consumo non è mai arrivato a livelli particolarmente ridotti, mentre in altre nazioni come la Spagna anche per ragioni storiche è stato quasi completamente azzerato rispetto allo scorso secolo mentre è molto comune nell’America del Sud anche se viene consumato sotto forma di bevanda più “allungata” rispetto a quella Europea.

Il caffè d’orzo

Il caffè d’orzo infatti specialmente nelle nazioni europee viene legato ancora ad un concetto di “sostituto” a costi e disponibilità più vantaggiosi, in particolare durante la seconda guerra mondiale, in quanto molte nazioni non potevano contare su una costante disponibilità di caffè, l’orzo invece attraverso la tostatura e infusione permetteva di ottenere una bevanda simile.

Con il finire del conflitto in varie nazioni il caffè ha iniziato nuovamente a prenderne il posto, anche se con caratteristiche diverse. Infatti è stato identificato a lungo, molto prima del caffè decaffeinato come una variante adatta a chi risulta e risultava essere insofferente nei confronti della caffeina, che non è presente dell’orzo.

Questo viene ottenuto attraverso un processo simile a quello che poi porta la produzione di caffè, il colore è ugualmente quasi paragonabile mentre il sapore è abbastanza diverso. In nazioni come la Germania il caffè d’orzo sta riacquistando una popolarità ancora maggiore, rispetto a poche decadi or sono, anche per le diverse proprietà.

Fa bene?

Tra le principali caratteristiche vi è una già evidenziata assenza di caffeina, quindi questa bevanda è adatta ad ogni momento della giornata. Inoltre contribuisce nel suo complesso a ridurre la pressione arteriosa e può aiutare a limitare la presenza di colesterolo cattivo nel sistema sanguigno, condizione sempre più diffusa quanto problematica.

Non è una fonte particolare di vitamine, eccezion fatta per la niacina (ovvero la vitamina B3), mentre le fibre sono contenute in quantità ridotta. Allo stesso modo non apporta un consistente quantitativo di grassi e di calorie quindi è una ottima forma di alternativa ad altre bevande se il nostro obiettivo è quello di perdere peso.

Fa bene anche se rispetto a tante fonti non confermate non è particolarmente benefica sotto nessun particolare punto di vista, però non ha veri e propri difetti, infatti risulta essere digeribile anzi può favorire una digestione e combattere anche una parziale inappetenza, senza provocare il tipico effetto della caffeina di tè e caffè.

Effetti collaterali

Anche il caffè d’orzo viene identificato da molti “vittima” di una sostanza presente in altre coltivazioni ovvero l’acrilammide, un elemento che deriva dalla presenza di vari pesticidi, che sarebbe in grado di aumentare la frequenza di rischi di cancro. In realtà questo effetto seppur confermato, è relativo a quantità a dir poco cospicue, che è praticamente impossibile da raggiungere con un consumo moderato.

Il caffè d’orzo va invece evitato da parte dei celiaci, infatti è piuttosto ricco di glutine. Per il resto non sono presenti controindicazioni relative al consumo e neppure in relazione al contesto dei farmaci, che non sono assolutamente incompatibili con il consumo costante di questa bevanda molto partticolare ma anche riconoscibile.

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